Gita in Alto Adige come regalo di compleanno: una bellissima idea della mia amica Clara! Non cero mai stata prima e lidea mi ha subito elettrizzata perciò, deciso e organizzato il percorso dai due esperti, Gimo & Clara, eccoci pronti alla partenza!
Allinizio il tempo non sembrava granché, ma man mano che ci avvicinavamo alle Dolomiti bellunesi il sole riusciva ad avere la meglio sulla foschia.
Per me il paesaggio era totalmente nuovo, anche se i nomi delle località che attraversavamo suonavano comunque familiari alla mia mente; nomi legati a tante vicende della Storia!
Non vi dico lemozione che ho provato quando, incastrata tra i fianchi di due monti, ho scorto la tristemente famosa diga del Vajont e ho visto il paese di Longarone con le sue case tutte nuove.
Ma il nostro percorso andava oltre, attraverso il Cadore, verso unaltra località famosa, ma per motivi totalmente diversi: Cortina DAmpezzo.
Sir Gimo alla guida, con pazienza proverbiale, era sempre pronto ad accontentare ogni nostra richiesta: Fermati qui per favore, fermati là
che facciamo una foto!!
Questa è la prima che ho scattato, lho intitolata:
Il Gruppo del Cristallo sulla via di Cortina
La rinomata cittadina è stata attraversata in un attimo, evidentemente non siamo troppo attirati dalla mondanità.
Mi sono invece innamorata subito di questi prati fittamente punteggiati di fiori rosa!
Sarei rimasta ad ammirarli ancora un po', ma il viaggio era appena cominciato e adesso ci aspettavano Misurina e il suo lago coronato dalle Tre Cime di Lavaredo.
Il lago di Misurina è lungo circa mille metri, largo trecento e profondo fino a 5 e si trova a 1756 metri di altezza.
Lalbergo che si vede sullo sfondo, immerso in quel meraviglioso panorama, mi ha fatto venire in mente lHotel Furstenhof di Tempesta dAmore, la soap opera di rete 4! (Ebbene sì, ci sono cascata anch'io. Mi sono lasciata attrarre dai bei paesaggi e ho finito per farmi prendere dalla trama)
Ma torniamo a noi.
Le "Cime" delle Tre Cime di Lavaredo purtroppo, sono rimaste nascoste nelle nuvole, che hanno giocato con noi e con i nostri obiettivi per tutto il giorno!
Ora però, con un ultimo sguardo alle Tre Cime, era ora di lasciare Misurina e di dirigerci verso la Val Pusteria.
La strada che attraversa i paesi della Val Pusteria si chiama Strada del Sole perché questa vallata è protetta a nord dalle alte montagne che ostacolano la discesa delle correnti più fredde. Qui conosci il vero Alto Adige, a cominciare dalle scritte che sono anche in tedesco, dalle abitudini e, naturalmente dalla lingua parlata: ladino e tedesco, ma, come ho potuto constatare, anche italiano seppure con il caratteristico accento!
La nostra meta adesso era il lago di Braies a 1469 metri di altitudine.
Se il lago di Misurina mi era sembrato bellissimo, quello di Braies mi ha letteralmente incantata! Ma andiamo con ordine.
Ci si arriva attraverso una comoda strada e dove la strada finisce e comincia il bosco abbiamo parcheggiato la macchina, subito dietro questa graziosissima chiesetta di montagna.
Visto che era quasi mezzogiorno e laria fine di montagna stuzzica lappetito, ci siamo gustati i nostri panini e poi Clara e Gimo mi hanno fatto strada verso il lago.
Il panorama che mi sono trovata davanti mi ha lasciata senza fiato!
Faceva un bel freddino, perciò per scaldarci abbiamo deciso di camminare un pochino, solo fino alla capanna dove affittano le barche a remi.
Io non sapevo più dove guardare, dove puntare la macchina fotografica, dovunque guardassi scoprivo nuove meraviglie!
Oltre alla chiesetta e alla capanna in legno delle barche cè solo unaltra costruzione, forse un hotel, nascosto in mezzo ai pini là in fondo...
Naturalmente, fatti quei pochi passi, non siamo riusciti a sottrarci alla magia del luogo e così abbiamo deciso che sarebbe stato un delitto andarsene senza prima aver fatto tutto il giro del lago.
Il sentiero che lo circonda si è rivelato comodo e agevole anche ad una neofita come me, si può vederne un tratto a sinistra della foto, e tutto intorno era così bello che a un certo punto non mi sarei stupita di vedere gnomi e folletti sbucare fuori da quel panorama da fiaba!
Cammina cammina, anche se a volte rimanevo senza fiato, mi riprendevo immediatamente guardandomi intorno.
Queste foto sono state fatte durante una sosta ristoratrice.
Io che ho il vizio di contare le sfumature dei colori nelle immagini che vedo ovunque, qui mi sono dovuta arrendere davanti alla varietà di azzurri, verdi e blu che avevo davanti agli occhi.
La camminata, tranquilla, è durata unora e mezza e vi assicuro che quando abbiamo completato il giro sarei stata capace di ricominciare da capo
se Clara e Gimo non mi avessero "costretta" a seguirli verso la prossima tappa.
La prossima tappa era un altro lago
Il Lago di Anterselva altitudine 1640 metri
La località è famosa per ospitare i Campionati Mondiali di biathlon e tutte le gare internazionali di questa disciplina, infatti lavevo già sentita nominare. Anche qui cè un bellissimo lago che è considerato la perla dei laghi alpini dellAlto Adige.
(Ma io mi sono innamorata di quello di Braies!!)
Ci siamo arrivati nel primo pomeriggio mentre le nuvole tentavano di oscurare il sole avvolgendo tutto il panorama in una luce inquietante!
Se a Braies un maglioncino era bastato a ripararci
qui abbiamo dovuto immediatamente correre ai ripari e armarci di giubbini.
Che ne dite di questo rosso? Lho rubato alla Claretta!
Tirava un vento freddo che in un attimo mi ha congelato naso e orecchie, così ci siamo fermati un po, ma stavolta abbiamo rinunciato al giro del lago e siamo andati a trovare i daini.
Il pomeriggio avanzava e pensavo che ormai ci saremmo diretti verso lhotel dove le mie due guide provette avevano prenotato per la notte: invece non avevo proprio idea di cosa mi aspettasse.
Con linstancabile Gimo sempre alla guida, passando da Rio Pusteria siamo arrivati verso le cinque del pomeriggio a Valles e un po più avanti ci siamo fermati in un posteggio quasi in mezzo ad un bosco.
Siamo arrivati ho pensato e invece no, siamo ripartiti e la strada che abbiamo imboccato era larga abbastanza per far passare solo unauto per volta e saliva, oh se saliva!!
A questo punto ero proprio curiosa di sapere dove stavamo andando, specialmente quando Gimo ha fermato la macchina, siamo scesi e abbiamo cominciato a salire a piedi.
La strada si era fatta ancora più strettina e poi cera una curva e dopo la curva, uno spettacolo da togliere il fiato!
Unampia valle tutta verde si apriva davanti ai nostri occhi.
Eravamo arrivati alla Malga Fane, detta comunemente Le Fane.
Sui fianchi delle montagne intorno sembrava fosse stato steso un folto tappeto verde smeraldo e nel mezzo correva un simpatico ruscello. Cera un abbeveratoio contornato di fiori e intorno alle poche baite di origine medievale pascolavano le mucche.
Sono quasi sicura che in questa baita abiti il nonno di Heidi.
Ho cercato di immaginarmi cosa si prova a passare qualche giorno e soprattutto qualche notte qui.
Deve dare una sensazione meravigliosa di pace, come se il resto del mondo non esistesse...
Si capisce la gioia che si prova ad essere, anche se per poco, parte di questo paradiso?
Ormai si faceva tardi, bisognava andare, ma non è mica finita.
Come dicevo, si stava facendo tardi e dovevamo ancora raggiungere lHotel, ma niente paura, il pilota Gimo e il suo navigatore, Clara, la strada la conoscevano benissimo, infatti in quattro e quattrotto eravamo a destinazione, tanto che abbiamo avuto il tempo di rilassarci prima di cena facendo quattro chiacchiere in giardino.
Io ne ho approfittato subito per fotografare finalmente uno di quegli stupendi balconi fioriti che avevo ammirato per tutto il viaggio.
Dopo cena ci siamo ritirati in camera con lintenzione di rinfrescarci, indossare qualcosa di più pesante e magari scendere ancora un pochino, infatti alle nove e mezzo
..dormivamo già rannicchiati sotto i piumoni!
Quando ci siamo svegliati la mattina, eravamo fra le nuvole, nel senso che il cielo era un po più coperto del giorno prima e le nuvole erano proprio lì che avrebbero voluto entrarci dalla finestra
ma ormai niente ci avrebbe potuto fermare, in fondo avevamo in programma solo quattro passi, perciò, dopo una sostanziosa colazione dolce&salata partenza per la Val Gardena.
La prima località che si incontra arrivando da Castelrotto è Ortisei: bellissima, adagiata nel fondovalle.
Poi Santa Cristina e Selva di Valgardena per arrivare finalmente ad ammirare il Gruppo del Sella.
Questo se non ricordo male è il Sassolungo...Saslong.
Ma vuoi che ci accontentassimo di ammirarlo da sotto? Certo che no, e allora avanti con il primo Passo.
Il Passo Sella altitudine 2240 metri
Alle nostre spalle, le Torri.
Lassù il giubbino rosso si è rivelato molto utile, laria era proprio bella fresca, ma il panorama li valeva tutti quei dodici gradi. Notare il ciclista alle nostre spalle: che coraggio!
Bene, fatto il primo Passo avanti con il secondo, così dopo po di strada e di tornanti ecco
Il Passo Pordoi 2239 metri di altitudine
Questa è la stazione di partenza della funivia che in quattro minuti porta in cima al Sass Pordoi, 2950 metri.
Caffettino al baretto di fronte alla funivia e via verso
il lago Fedaia e la Marmolada!
In realtà ho scoperto che di laghi Fedaia ce ne sono due contigui, uno naturale più piccolo e questo grande bacino idroelettrico realizzato nel 1952 .
La foto dice tutto, forse anche il freddo che faceva in quel momento!
Da dove ci trovavamo potevamo vedere, nubi permettendo, lassù in alto il ghiacciaio della Marmolada.
Posti stupendi, nonostante il tempo inclemente, dove le cognizioni geografiche si mescolano alle reminiscenze di tanti episodi storici.
Era ora di rimetterci in strada e ci siamo diretti verso
Malga Ciapela, 1450 metri
da dove parte la funivia che in tre tronconi porta fino a 3200 metri.
In una giornata limpida chissà che panorama da lassù
e chissà che brividi a trovarsi in una di quelle due cabine nel momento in cui scompariranno fra le nuvole!
Ecco, il nostro viaggio è finito e come tutti i reportage che si rispettino, alla fine vanno i ringraziamenti ai miei carissimi amici Clara e Gimo che hanno organizzato tutto questo e in particolare all'instancabile pilota che ci ha scarrozzato su e giù per le montagne per più di 600 chilometri. Grazie!