Leggenda Greca - Traduzione personale
C'era una volta un pescatore che aveva moglie e tre bambini. Ogni mattina usciva in mare e tutto il pesce che catturava lo vendeva al Re.
Un giorno, fra gli altri pesci, prese un Granchio Dorato. Quando tornò a casa mise insieme tutti i pesci in un grande piatto, ma tenne separato il granchio che luccicava meravigliosamente e lo mise su una mensola in alto dell'armadio a muro.
Poco dopo, mentre la moglie del pescatore puliva il pesce ed aveva raccolto la gonna così che le si vedevano i piedi, improvvisamente una voce disse: "Vergogna, vergogna, la sottoveste lascia vedere i tuoi piedi"
La donna si guardò attorno sorpresa, poi vide la piccola creatura, il Granchio Dorato. "Che cosa? Tu parli, ridicolo granchio?" escamò, per niente contenta del commento del granchio, poi lo prese e lo mise su un piatto.
Quando suo marito ritornò a casa e sedettero per la cena, sentirono la vocina del granchio che diceva: "Date qualcosa anche a me!" I due rimasero molto sorpresi, ma gli diedero ugualmente qualcosa da mangiare, e quando l'uomo, più tardi, andò a portar via il piatto che aveva contenuto la cena del granchio, lo trovò pieno d'oro!
La stessa cosa accadde ogni giorno seguente e il pescatore cominciò presto ad affezionarsi al granchio.
Un giorno il Granchio Dorato disse alla moglie del pescatore: "Va' dal Re e digli che voglio sposare la sua figlia più giovane!"
La donna andò e pose la questione al Re che un po' rise al pensiero di sua figlia sposa ad un granchio, ma non declinò la proposta, perché lui era un monarca prudente e pensò che era probabile che il granchio fosse un principe in incognito, perciò rispose: "Vai pure, donna, e di' al Granchio che gli darò mia figlia se per domani mattina lui costruirà davanti al mio castello un muro più alto della mia torre, sul quale crescano e fioriscano tutti i fiori del mondo."
La moglie del pescatore tornò a casa e raccontò tutto, allora il Granchio le diede una bacchetta dorata, e le disse: "Và e colpisci tre volte il suolo con questa bacchetta sul luogo che il Re ti ha mostrato, e domani mattina il muro sarà là." La donna ubbidì e andò via di nuovo.
La mattina dopo, quando il Re si svegliò, cosa pensate che vide? Il muro era là, davanti ai suoi occhi, precisamente come aveva chiesto!
Poi arrivò la donna che disse: "Gli ordini di Sua Maestà sono stati eseguiti."
"Molto bene!" disse il Re,"'ma non posso dar via mia figlia finchè non ci sarà di fronte al mio palazzo un giardino con tre fontane, la prima che zampilli oro, la seconda diamanti e la terza brillanti."
Quindi la donna dovette colpire ancora tre volte con la verga il terreno, e il mattino dopo il giardino era là. Il Re diede il suo benestare e il matrimonio fu fissato per il giorno seguente.
Allora il Granchio disse al pescatore: "Prendi la bacchetta, va' e bussa con essa a quella montagna. Un uomo nero uscirà e ti chiederà che cosa desideri. Rispondi così: "Il tuo padrone, il Re, mi ha inviato a dire che devi mandargli la sua veste dorata come il sole.''Fatti dare anche il mantello d'oro tempestato di pietre preziose come un prato fiorito e portameli, e portami anche il cuscino dorato."
L'uomo andò e fece la commissione.
Quando ebbe portato i preziosi indumenti, il Granchio indossò il mantello dorato e si accomodò sul cuscino e il pescatore lo portò al castello, dove il Granchio offrì l'altro mantello alla sua sposa.
La cerimonia ebbe luogo, e quando furono soli il Granchio raccontò tutto alla giovane moglie: le disse che lui era il figlio del più potente re di tutto il mondo, che era stato vittima di un incantesimo per il quale di giorno era un granchio e solamente la notte poteva tornare uomo, che poteva anche cambiarsi in un'aquila tutte le volte che voleva, ma che tutto ciò doveva restare un loro segreto, pena la sua vita.
Appena detto questo si scosse e immediatamente si trasformò in un bel giovane, ma la mattina dopo fu costretto a strisciare di nuovo nel suo guscio di granchio. E accadde così ogni giorno.
L'affetto della Principessa per il Granchio e le gentili attenzioni che gli rivolgeva sorpresero moltissimo la famiglia reale e, sospettando qualche segreto, spiarono e spiarono, ma non scoprirono nulla.
Passò un anno, la Principessa ebbe un figlio che chiamò Beniamino e la Regina Madre continuava a pensare che l'intera faccenda fosse alquanto strana. Un giorno disse al Re che avrebbe dovuto chiedere alla figlia se non avrebbe preferito avere un altro marito invece del Granchio, ma la risposta della Principessa fu: "Ho sposato il Granchio e voglio solamente lui."
Allora il Re sentenziò: "Indirò un torneo in tuo onore, inviterò tutti i principi del mondo e se qualcuno di loro ti aggrada lo sposerai."
Quella sera la Principessa raccontò tutto al Granchio che le disse: "Prendi questa bacchetta, vai al cancello dell'orto e bussa. Un uomo nero uscirà e chiederà: "Perchè mi hai chiamato e cosa desideri da me?" Tu rispondigli così: "Il Re tuo padrone, mi ha mandato per dirti di consegnarmi la sua armatura dorata e il suo destriero e la mela d'argento. E me li porterai."
La Principessa così fece e gli portò ciò che desiderava.
La sera dopo il Principe si vestì per il torneo e prima di andare disse alla moglie: "Quando mi vedrai, non dire che sai chi sono, o saranno guai. Mettiti alla finestra con le tue sorelle, io cavalcherò verso di te e ti getterò la mela d'argento. Afferrala, ma se ti chiederanno chi sono io, rispondi che non lo sai." Così dicendo la baciò e, ripetuto l'avvertimento, se ne andò.
La Principessa si affacciò con le sue sorelle alla finestra e assistette al torneo. Quando il marito cavalcò verso di lei e le lanciò la mela, lei la prese e si ritirò nella sua stanza. Presto il Granchio la raggiunse.
Il re suo padre si sorprese molto che ella non avesse voluto scegliere alcun principe e indisse un secondo torneo.
Il Granchio diede alla moglie le stesse indicazioni, solo che questa volta la mela che la Principessa ricevette dall'uomo nero era d'oro, ma prima di andare al torneo il marito le disse: "Io so che tu domani mi tradirai" Ella giurò invece che avrebbe mantenuto il segreto, ma egli ripetè l'avvertimento e se ne andò. Quella sera, mentre la Principessa con sua madre e le sorelle stava alla finestra, il Principe galoppò sul suo destriero e le gettò la mela d'oro, ma la Principessa non disse nulla.
La Regina andò su tutte le furie, le diede uno schiaffo e gridò: "Scherzi? Non dirmi che quel Principe non ti piace!"
La Principessa, impaurita, esclamò:"Ma lui è il Granchio!"
Sua madre, ancora più adirata perchè non glielo aveva detto prima, corse nella stanza della figlia dov'era ancora il guscio del Granchio, lo prese e lo gettò nel fuoco. La povera Principessa pianse amaramente, ma non servì a nulla: da quella sera suo marito non tornò più.
Che storia triste vero? Ma ora dobbiamo lasciare la Principessa e tornare alle altre persone della storia.
Un giorno il pescatore che abbiamo conosciuto all'inizio di questa lunga storia, si trovava ad un ruscello a bagnare una crosta di pane che stava per mangiare, quando un cane uscì dall'acqua, gli rubò il pane di mano e fuggì. L'uomo lo rincorse, ma il cane giunto ad una porta, l'aprì con una spinta ed entrò. L'uomo lo seguì, ma non riuscì a raggiungerlo. Si trovò invece in cima ad una scala, la discese e davanti a sè vide un grandioso palazzo. Entrò e in una grande sala vide una tavola apparecchiata per dodici persone. Si nascose dietro un grande ritratto, per vedere cosa sarebbe successo e a mezzogiorno sentì un gran rumore, che lo fece tremare dalla paura.
Quando riprese coraggio, sbirciò da dietro il ritratto e vide entrare volando dodici aquile. A quella vista la sua paura divenne ancora più grande. Le aquile volarono ad una fontana che era nella stanza, si bagnarono e subito si trasformarono in dodici bei giovani. Sedettero a tavola e uno di loro alzò un calice di vino, e brindò: "Alla salute di mio padre!" E un altro: "Alla salute di mia madre!" e così via.
Poi uno di loro esclamò:
"Alla salute della mia amata,
ad essa benessere e lunga vita,
ma maledetta sia la madre crudele
che ha bruciato il mio guscio dorato!"
e così dicendo piangeva amaramente.
Alla fine i giovani si alzarono da tavola, tornarono presso la grande fontana di pietra, si trasformarono di nuovo in aquile e volarono via.
Anche l'uomo nascosto dietro il ritratto se ne andò e, risalito alla luce del sole tornò a casa.
Qualche giorno dopo sentì dire che la Principessa era malata e che l'unica cosa che la faceva sentire meglio era ascoltare delle storie, perciò si recò al castello, ottenne udienza e le raccontò quello che aveva visto e sentito nel palazzo sotto terra. Non appena ebbe finito il suo racconto, la Principessa gli chiese se sarebbe stato in grado di condurla al misterioso palazzo. "Certamente!" egli rispose e si incamminarono immediatamente. Giunti al palazzo si nascosero dietro il grande ritratto e l'uomo fece appena in tempo a raccomandarle di non muoversi di lì che le aquile arrivarono in volo e si trasformarono. La Principessa riconobbe subito suo marito e fece per uscire dal nascondiglio, ma il pescatore la trattenne.
I giovani sedettero a tavola e il Principe alzò di nuovo il calice esclamando:
"Alla salute della mia amata,
ad essa benessere e lunga vita,
ma maledetta sia la madre crudele
che ha bruciato il mio guscio dorato!"
A questo punto la Principessa non potè più trattenersi e corse a gettare le braccia al collo del marito. Egli la riconobbe immediatamente e le disse: "Ricordi quando dissi che mi avresti tradito? Ora sai che ho detto la verità, ma è tutto passato. Ascolta, il mio incantesimo durerà ancora tre mesi. Starai qui con me finchè non sarà tutto finito?"
La Principessa accettò e disse al pescatore: "Torna al castello e racconta ai miei dove sono."
Il Re e la Regina si irritarono moltissimo quando appresero la notizia, ma appena i tre mesi furono passati, il Principe cessò di essere un'aquila e la coppia tornò a casa e da allora vissero felici.
E noi che abbiamo letto la storia, siamo ancora più felici!