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Per chi vive dalle mie parti, una visita al Sacro Monte di Varese almeno una volta nella vita è d'obbligo e io ci sarò stata quattro o cinque volte finora, in pellegrinaggio oppure in gita. Il Sacro Monte del Rosario di Varese, assieme ad altri Sacri Monti del Piemonte e Lombardia, fa parte dei siti dichiarati Patrimonio Mondiale dall'Unesco

L'ultima volta ci sono stata a settembre di tre anni fa con i miei amici Clara e Gimo, in una giornata dove tutto lasciava a desiderare: il tempo freddo, il panorama nascosto dietro le nuvole e ... soprattutto il posto dove ci siamo fermati a pranzo!!
Ieri invece la giornata si presentava bene fin dall'inizio: limpida e arieggiata ma non troppo e così ho deciso che era proprio un peccato non approfittarne. Un quarto d'ora dopo ero già in stazione!

Mi piace viaggiare in treno e di solito mi faccio un bel programmino preciso, ma ogni tanto mi prende questa improvvisa voglia... e vado alla ventura! Ieri ho avuto fortuna e tutte le coincidenze sono state così perfettamente sincronizzate che neanche il migliore tour operator! Un tragitto in bus e alle 10 ero davanti alla Chiesa dell'Immacolata, in prossimità della prima cappella, da dove parte il percorso per arrivare in cima a piedi.

 

 Sarei potuta arrivare fino lassù con l'autobus, ma il senso del venire al Sacro Monte sta proprio nel salire a piedi lungo il percorso che si snoda per quasi tre chilometri, fino a raggiungere gli 883 metri della sommità del colle, magari pregando o meditando immersi nel raccoglimento, agevolati in questo dal silenzio circostante, quando si ha la fortuna di non trovare troppo affollamento.

Quest'arco segna l'inizio della Via Sacra.

Lungo il percorso si incontrano altri due archi, tre fontane e quattordici Cappelle, una per ogni stazione della Via Crucis, tutti risalenti al 1600 e tutte opera dell'arch. Giuseppe Bernascone detto "il Mancino". Ogni cappella ospita al suo interno pregevoli statue di terracotta, circa trecento in totale, e affreschi. Accanto a quella dedicata alla Natività nel 1983 Renato Guttuso dipinse una bellissima "Fuga in Egitto".



Non sto ad annoiarvi con l'elenco di tutte le Cappelle, ve ne mostro solo qualcuna così potrete rendervi anche conto del percorso che stavo per affrontare!

 

Ho fotografato qualcuna delle statue da fuori, attraverso il vetro, perciò le foto non sono chiarissime ma danno ugualmente l'idea di quanto sono belle!

 

 

 

 

L'ampia strada acciottolata sale in un silenzio corroborante, descrivendo ampie curve, immersa nel fresco profumo degli alberi. Ogni tanto uno squarcio fra i rami offre viste mozzafiato dei monti e dei laghi di Varese e di Lugano.

Dopo circa un'oretta, in cima all'ennesima salita, è finalmente apparso il Santuario (quindicesima Cappella), dedicato all'assunzione della Madonna in cielo.




Nel santuario si può ammirare la statua lignea di una Madonna nera seduta che tiene sulle ginocchia Gesù Bambino, ma i mantelli tessuti di oro e argento nascondono la primitiva fattura. Io personalmente preferisco l'originale, ma capisco che forse non sarebbe in tono con l'imponenza dell'insieme che la circonda. Secondo la tradizione, fu lo stesso Sant’Ambrogio a donare la statua al monastero delle Romite Ambrosiane di Sant'Ambrogio ad Nemus che sorge di fronte al Santuario e che fu ufficialmente riconosciuto da Papa Sisto IV nel 1474.






La durata del percorso a piedi è stimata in 48 minuti, ma visto che mi ero fermata per scattare le foto, diciamo che ho rispettato la media!

Il Santuario domina il piccolo borgo di Santa Maria del Monte, che fu una roccaforte romana divenuta nel tempo centro spirituale, artistico e culturale.

La vista che si può ammirare da lassù in giornate come questa ripaga abbondantemente della fatica, ma poiché l'uomo non vive di solo spirito e la sottoscritta tanto meno, dopo aver ascoltato i rintocchi delle campane di mezzogiorno rincorrersi da un campanile all'altro della valle, ho pensato bene di ritemprare anche il corpo con un delizioso piatto di Plin al burro, salvia e parmigiano e una porzione di Strudel ai frutti di bosco